ANNO 14 n° 118
Lo struggente ricordo di un amico: ''Ti portiamo nel cuore Paolino''
Il lungo messaggio lasciato da uno dei più cari amici di Paolo Aquilani
il 21enne viterbese che ha perso la vita nel tragico incidente sabato notte scorso
21/05/2014 - 02:00

Riceviamo e pubblichiamo il ricordo affettuoso di Paolo Aquilani di un suo amico 

Ciao Paolo. Ciao e non addio. Perché gli addii esistono solo in quelle favole tristi che ci spacciano come verità. Hai fatto l’elastico con la vita Paolo e adesso ti sei messo davanti al gruppo, in fuga, a guardarci col sorriso bagnato dal sole ed il vento che ti sbatte sul ciuffo.

Ci sono momenti in cui la penna si blocca, il cervello si spegne e bisogna che a tutto pensi il cuore, dove dormono i sentimenti, dove si celano le paure, dove nasce, cresce e si rafforza l’amore. Dove si trova il coraggio di vivere quando le nostre ali vengono spezzate e la forza di mettere un passo dopo l’altro per tornare a camminare come tutti gli esseri umani.

Non servono le parole per spiegare chi eri, non servono perché le lettere si infrangono davanti all’anima come le onde del mare in burrasca su un faro. E si velano. E non si fanno trovare. Nascoste in quel profondo abisso insondabile che è la vita, che pensiamo di conoscere con la stessa presunzione di chi prende il largo e pretende di scrutare il fondo dell’oceano. Un fondale che oggi ci sembra melmoso, che ci imprigiona le gambe ed è pronto ad inghiottirci in un gorgo di tristezza, che si avvolge su se stesso e pare non trovare fine. Ma la fine, Paolo, non esiste.

Dormi solo un sonno troppo profondo perché tu possa svegliarti, che però ti rende più grande di una stella, di quelle che d’estate e vediamo brillare ma che da millenni non esistono più, perché il mistero dell’amore è più grande di quello della morte. Ti portiamo nel cuore Paolino, con i tuoi occhiali da sole nei giorni di pioggia, con le tue t-shirt il 24 dicembre, con il tuo tabacco che si rollava con tanta difficoltà, con il tuo fisico da pugile ed il tuo cuore da cucciolo innocente.

Avresti voluto che non piangessi oggi, che trovassi la forza di guardare in alto e pensare che hai solo chiuso una parentesi e ne hai aperta un’altra. Ma non ci riesco, almeno per ora, è un dono che non mi è stato concesso. Aiutaci, amico mio, a vivere senza di te.





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